Gas Compressi: Definizione, Quali Sono, Specifiche Bombole
In un manoscritto del 347 a.C. lo storico cinese Chang Qu, descriveva uno “strano gas” che era in grado di “illuminare”, senza rendersi conto che molto probabilmente aveva avuto a che fare con un gas compresso. Alessandro Volta, notò delle bollicine gassose che si formavano sul Lago Maggiore, ed avvicinando un fiammifero acceso, si formò dal nulla una fiamma bluastra.
Tra il 1840 ed il 1850, il gas divenne di uso comune per illuminare molte città americane ed europee! E le strade furono finalmente ben illuminate anche la sera e la notte. Anche nelle case, il gas, piano piano andò a sostituire le candele, ed al giorno d’oggi l’Europa è attraversata da decine di migliaia di chilometri di metanodotti, che coprono in maniera capillare il territorio.
In Italia, molte aziende si occupano di fornire gas a clienti ed aziende, tra cui Ghas Company. I gas hanno cambiato la nostra vita semplificandola in molti campi, ma è altrettanto vero che possono essere pericolosi ed è importante mettere in atto tutta una serie di accorgimenti tecnici che azzerino i rischi.
Gas compresso: una definizione
I gas compressi sono dei gas posti in un recipiente con una pressione assoluta superiore a 40 psi a 70 °F (20 °C) o superiore a 104 psi a 130 °F (54,5 °C). La manipolazione di gas compressi, può essere considerata più pericolosa della manipolazione di materiali liquidi e solidi, a causa delle seguenti caratteristiche:
–l’alta pressione, la facilità di diffusione, la facilità di “accensione”, e in alcuni casi l’assenza di visibilità e/o rilevamento degli odori, tanto che può risultare impossibile accorgersi, senza l’uso di adeguati strumenti, della presenza di questi gas pericolosi.
A causa di queste caratteristiche, è opportuno redigere delle procedure ad hoc, per prevenire ed azzerare qualsiasi pericolo per l’uomo. “Il mancato rispetto delle procedure o l’assenza di procedure appropriate, può provocare lesioni e danni materiali anche molto gravi“. Pertanto, le persone che maneggiano gas compressi, devono ricevere specifica formazione, per proteggersi dai pericoli di questo materiale.
Quali sono i gas compressi?
I “gas compressi”, possono essere suddivisi in diverse tipologie:
- Gas Inerti: sono gas non tossici che se immessi nell’atmosfera, non fanno sparire del tutto l’ossigeno. Nell’aria, il valore ideale di ossigeno, è pari al 21% . Il consiglio è comunque quello di dotare tutti gli ambienti di speciali rilevatori, in grado di rilevare eventuali fuoriuscite di gas.
- Gas Tossici: sono gas che se inalati, provocano lesioni gravi. Per questo motivo, sono stati previsti i valori di concentrazione massima per ogni singolo ambiente. Chi è esposto a questo tipo di gas, corre rischi per la propria salute ed è opportuno installare dei rilevatori sui punti di fuoriuscita del gas.
- Gas infiammabili o combustibili: sono gas compressi che se entrano in contatto con l’aria, possono provocare un’esplosione. Per questo, è importantissimo installare dei sensori che oltre a rilevare l’eventuale fuoriuscita accidentale del gas dalla bombola, siano capaci di bloccare immediatamente la fuoriuscita del gas.
I gas compressi più comuni, sono il metano, ma anche l’elio e l’idrogeno.
Gas compressi e Gas liquefatti
Ci sono tre tipi di gas compressi: gas liquefatti, non liquefatti e disciolti. I gas liquefatti sono gas che diventano liquidi a temperatura normale, quando si trovano dentro i cilindri metallici sotto pressione. Esempi di gas liquefatto, sono il cloro, l’anidride carbonica, il protossido di azoto liquefatto, il Gpl.
A differenza dei gas liquefatti, i Gas non liquefatti, prendono questo nome perché non diventano liquidi anche se compressi a temperature normali o temperature molto elevate. Sono anche conosciuti come gas compressi o pressurizzati ed i più conosciuti sono: azoto, elio, argon. I Gas disciolti, sono gas disciolti in un solvente nella fase liquida. Le bombole di gas disciolto, contengono un filtro poroso che stabilizza il gas, e l’esempio più comune è l’acetilene.
L’acetilene può esplodere, ed infatti le bombole di acetilene, devono essere completamente imballate con un filtro inerte e poroso, saturato di acetone, per evitare esplosioni. Quando l’acetilene, viene introdotto nel cilindro, il gas si dissolve nell’acetone, rendendo stabile la soluzione di acetilene.
Bombole di gas compresso
Le bombole di gas compresso, sono disponibili in diverse forme e design, a seconda del tipo di gas che devono contenere. Si dividono in bombole ad alta pressione, bassa pressione, e contenitori criogenici.
- Le “bombole ad alta pressione” vengono realizzate generalmente in acciaio o alluminio, sono alte e strette e possono resistere fino a 10.000 Psi. Esempi comuni di bombole ad alta pressione, sono le bombole di azoto, idrogeno, anidride carbonica ed ossigeno.
- Le “bombole a bassa pressione” invece, hanno cuciture saldate a parete sottile e sono in grado di resistere fino a 500 Psi. Generalmente sono più grosse e leggere di quelle ad alta pressione. Esempi comuni di bombole a bassa pressione sono: le bombole di Gpl e le bombole di gas refrigeranti.
- I “contenitori criogenici” sono concepiti in maniera tale da resistere ad una pressione di 20-500 Psi e sono dotati di una valvola di sfiato per aiutare a sfogare la pressione quando aumenta la temperatura. I contenitori criogenici trovano applicazione nell’azoto, argon, anidride carbonica ecc.
Colori bombole gas compressi
La norma UNI EN 1089-3 introduce un sistema di identificazione delle bombole di gas, che si basa su etichette colorate apposte su ogni singola bombola. Il colore sulla spalla della bombola, non identifica il tipo di gas ma piuttosto il rischio principale ad esso associato.
Per i gas tossici e/o corrosivi, troveremo il colore giallo, per i gas infiammabili troveremo il rosso, per i gas ossidanti troveremo l’azzurro, mentre per i gas asfissianti (inerti), troveremo il verde brillante. “Per identificare il rischio principale associato ad ogni tipo di gas, è quindi sempre necessario far riferimento all’etichetta apposta sulla bombola“.
Esistono però dei tipi di gas, il cui rischio può essere duplice. Sull’etichetta di queste bombole troveremo 2 colori: il colore giallo e rosso per i gas tossici/infiammabili, il colore giallo e blu chiaro per i gas tossici ed ossidanti. Tuttavia, questa norma sui colori è valida per le bombole contenenti gas industriali e medicinali ma non è applicabile alle bombole di GPL ed agli estintori.
Normativa stoccaggio bombole gas compressi
In generale, le bombole di gas compresso devono essere conservate in un’area piana, fresca, asciutta, ben ventilata e resistente al fuoco che soddisfi tutte le normative in materia di sicurezza. È necessario conservare le bombole, lontano da fonti di calore eccessivo e quindi anche lontano dai raggi diretti del sole.
Non bisogna esporre le bombole a temperature superiori ai 51 °C, ed in ogni caso le bombole devono essere dotate di dispositivi di decompressione, per prevenire la rottura di una bombola, quando viene esposta inavvertitamente al fuoco o ad alte temperature.
Le bombole vanno conservate in posizione verticale siano esse piene o vuote, tranne che, se necessario, per brevi periodi di tempo, ad esempio durante il sollevamento o il trasporto. Le bombole non devono essere conservate vicino ad ascensori o passerelle, ed evitare di conservarle lungo i corridoi. È opportuno che la conservazione delle bombole avvenga lontano da uscite di emergenza, da luoghi parecchio trafficati, o luoghi soggetti a manomissione da parte di persone non autorizzate.
Collaudo bombole gas compressi
L’installazione ed il collaudo delle bombole, data la delicatezza dell’operazione, va effettuata soltanto da personale adeguatamente formato e specializzato. Queste figure vengono costantemente formate sull’uso corretto delle bombole e sulle tecniche di manipolazione delle stesse.
Il personale di laboratorio non addestrato, non deve effettuare in alcun modo l’installazione o manomettere le bombole di gas compresso, comprese le valvole limitatrici di pressione e le etichette dei prodotti. Prima dell’installazione, è necessario valutare ogni rischio per garantire che le operazioni di collaudo non introducano ulteriori pericoli nell’area.
Ed anche l’installazione della bombola deve avvenire, seguendo alla lettera dei precisi e severi standard di sicurezza. L’addetto specializzato è in grado di leggere e capire tutte le informazioni contenute sull’etichetta ed ha familiarità con le proprietà del gas ed i pericoli associati ad esso.
L’addetto specializzato, indossa sempre dei DPI adeguati, verifica l’integrità dei tubi, dei collegamenti prima di consentirne l’uso, e si assicura inoltre che le valvole delle bombole siano posizionate in modo tale da essere sempre accessibili.
Revisione periodica bombole gas compressi
Revisioni periodiche regolari della bombola, possono aiutare a individuare tutte quelle situazioni in cui, i gas compressi, vengono immagazzinati, manipolati o utilizzati in maniera potenzialmente pericolosa. La periodicità per cui effettuare la revisione dipende soprattutto dalla natura del gas.
- Per l’idrogeno e l’ossido di carbonio, la revisione periodica deve avvenire ogni 5 anni;
- Per tutti gli altri gas, la revisione periodica deve avvenire ogni 10 anni.
L’addetto che si occupa della revisione, alla fine redige un certificato di revisione che dev’essere conservato dal proprietario della bombola. Una volta arrivato sul posto nella data e orario concordato con chi ha richiesto la revisione periodica della sua bombola, l’addetto specializzato effettuerà di seguito le seguenti operazioni: esaminerà le manopole, le valvole della pressione e controllerà che tutti i collegamenti della bombola siano corretti e non manomessi e modificati.
Si assicurerà inoltre che la bombola sia priva di corrosione, non abbia perdite di nessun tipo e sia priva di ammaccature. Una buona manutenzione delle bombole aumenta notevolmente il suo grado di sicurezza.