Saldatura Ossiacetilenica e Ossiacetilene

La saldatura ad acetilene, o saldatura ossiacetilenica, è tra i metodi di saldatura più comuni dal ventesimo secolo, data l’assenza dell’uso di elettricità per usufruire di questo metodo che la rende molto conveniente a livello di prezzo e accessibilità, specialmente nei primi tempi della sua diffusione. Secondo questo metodo, l’energia per la saldatura è creata dalla combustione di acetilene, tramite una fiamma alimentata da ossigeno puro (da cui l’espressione ossiacetilene), in un ambiente altamente ossidante.

L’acetilene è un gas idrocarburo sintetizzato per la prima volta nel 1863, la cui velocità di espansione della fiamma quando a contatto con l’ossigeno è di 22 m/s, ciò significa che la sua reazione a quest’ultimo può causare un’esplosione e per questo, oltre che per le sue proprietà corrosive, l’acetilene è conservato sciolto in acetone. E’ da sottolineare che l’acetone deve essere privo di alcuna impurezza, specialmente acqua, poiché la sua presenza causerebbe un notevole calo in solubilità dell’acetilene.

saldatura ossiacetilenica

La fiamma ossiacetilenica

Quasi sempre nella saldatura ad acetilene è richiesto un materiale d’apporto per una qualsiasi saldatura, di solito questi materiali vengono forniti in forma di bacchette, che poi verranno fuse sotto la fiamma.

La saldatura realizzata con l’ossigeno viene chiamata Saldatura Ossiacetilenica. Si tratta di un processo di saldatura autogena in cui il calore è ricavato da una fiamma, prodotta da una combustione di acetilene e ossigeno che permette di raggiungere una temperatura molto elevata (3030 °C). Da cosa è composta la postazione di saldatura ossiacetilenica?

–       Una bombola bianca per l’ossigeno comburente;

–       Una bombola per l’acetilene rossa combustibile;

Cannello Ossiacetilenico e altri elementi del Kit

Per cominciare la procedura, si apre la bombola dell’ossigeno e si accende il cannello, si apre l’acetilene e vediamo la fiamma neutra, aumentando l’acetilene, aumenta la parte riducente della fiamma e sparisce il dardo. se aumentiamo l’ossigeno il dardo si riduce molto e si sente il classico sibilo. La prima operazione da effettuare è la puntatura delle due piastrine utilizzando la bacchetta del materiale d’apporto. A continuazione si effettuerà una saldatura in piano a sinistra dove la posizione del cannello è a 45 gradi rispetto alla lamiera e tra il materiale d’apporto ed il cannello dovranno esserci 90 gradi. Appena si raggiunge la fusione si fanno movimenti circolari e si immerge il materiale d’apporto nel bagno di fusione procedendo verso sinistra, sempre con movimenti circolari. Finita l’operazione si chiude l’acetilene e l’ossigeno, si chiudono le bombole e si svuotano le tubazioni in modo separato.

Date le caratteristiche di questo metodo, non è possibile usufruirne su qualsiasi materiale, ma solo su alcuni. Tra i principali materiali su cui si può saldare tramite questo metodo troviamo:

–       acciai

–       ghise

–       alluminio

–       rame

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Saldatura ossiacetilenica